Al Convegno nazionale del Gruppo Nidi e Infanzia Monica Marotta, la coordinatrice del nido di via Ventimiglia a Torino, ha presentato una ricerca che si è svolta nell’anno educativo 2014/2015 tra le equipe educative di 4 dei nidi comunali che Orsa gestisce in concessione. La ricerca era inserita nella macroarea Il curricolo è professionalità_ Formazione permanente innovativa e sostenibile, e aveva il titolo “Osservare perché e come”. La responsabile scientifica del percorso di ricerca è la Prof.ssa Paola Molina, Ordinario di Psicologia dello Sviluppo, Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino, che è stata coadiuvata anche dalla dott.ssa Nives Sala, Assegnista di ricerca dello stesso dipartimento.
Il contesto, i bisogni, gli obiettivi
La concessione a soggetti esterni di una parte dei propri nidi è stata varata dalla Città di Torino a partire dall’anno educativo 2012/13, tra questi i nidi gestiti da Orsa coinvolti nel progetto “Osservare perché e come” sono stati Il Laghetto di Via Ventimiglia 199, il Nido di Via Fenoglio, il Nido di Via Roveda e il Nido Rovereto di Via Barletta. Collocati in zone diverse della città, i quattro nidi rispecchiano caratteristiche sociali e demografiche variegate, e anche nella strutturazione degli spazi si differenziano significativamente l’uno dall’altro, tuttavia si è ritenuto opportuno offrire ai gruppi di lavoro di questi nidi un percorso comune dedicato all’osservazione come pratica professionale e sistematica, poiché dall’analisi dei fabbisogni formativi era stata evidenziata la necessità di costruire un linguaggio condiviso in merito alle pratiche osservative per rafforzare sempre più uno stile educativo partecipato e collaborativo tra i nidi.
Metodo e Articolazione del Progetto
L’osservazione è una competenza fondamentale, e chiunque lavora in un nido lo sente ripetere in continuazione, ma al tempo stesso è una competenza sottovalutata per colpa della sua natura complessa, e benché caratterizzi la specificità professionale degli educatori non sempre le si riconosce la dovuta considerazione. La ricerca in psicologia ha costruito un’ampia gamma di strumenti di lavoro ed esistono diverse metodologie di osservazione del comportamento e delle relazioni dei bambini nella prima fase della loro crescita, e soprattutto in tre aree si può praticare una rilevazione osservativa seria e affidabile ormai da tempo, nelle competenze del linguaggio e del gioco, nello sviluppo socio-emotivo e dei legami di attaccamento, e nella valutazione del contesto di sviluppo, con particolare riferimento all’assessment (termine inglese per rilevazione) della genitorialità e della famiglia. Se adattata al contesto del nido, ciascuna strategia e ciascuno strumento osservato, però, presenta delle difficoltà, soprattutto legate a 1) le risorse economiche e di tempo necessarie, 2) la necessità di prevedere una figura esperta per alcune fasi salienti e complesse del progetto di osservazione, 3) l’opacità dei dati raccolti che può richiedere una pesante attività interpretativa. Consapevoli delle criticità e valutati pro e contra si è deciso diadottare il metodo dell’Observation Projet (Fontaine, 2011), che è una modalità osservativa che si colloca nell’ambito della tradizione di ricerca francese, e che fa capo a Henri Wallon, René Zazzo e Irène Lézine, e si propone, sulla base di una lunga esperienza dell’autrice come formatrice, di adattare le procedure della ricerca scientifica alle concrete esigenze degli educatori del nido. Anne Marie Fontaine sottolinea che è possibile realizzare un’osservazione professionale in modo efficace solo a certe condizioni: 1) che l’osservazione venga riconosciuta come lavoro vero e proprio, e quindi le si dedichi 2) un tempo specifico (non si osserva per “tutto il tempo” in cui si lavora al nido), e 3) che la si organizzi in modo strutturato (l’osservazione non è mai casuale), inoltre 4) si devono costruire degli strumenti appositi e 5) si deve osservare avendo un problema preciso in mente, ed uno solo per volta. L’osservazione-progetto (traducendo dal francese in italiano) va svolta per un periodo di tempo limitato, e si articola di solito in quattro tappe:
- la scelta della domanda o della questione da approfondire;
- la riflessione sui mezzi che occorre darsi per rispondere e la preparazione dell’osservazione;
- lo svolgimento dell’osservazione;
- la riflessione finale su quello che si è compreso.
L’osservazione può essere finalizzata a rispondere a domande di tipo molto diverso, ad esempio per approfondire la conoscenza del singolo bambino, per riorganizzare uno spazio di lavoro o un’attività, per riflettere sulle proprie modalità di intervento educativo. L’importante è che si progetti un’osservazione in modo concorde da parte di tutto il gruppo di lavoro, e che tutto il gruppo discuta poi i risultati di quanto si è osservato, per creare un valore aggiunto dato dall’attività osservativa. L’osservazione è uno strumento da utilizzare in relazione a domande precise e il suo obiettivo è quello di fornire dati condivisi, su cui riflettere per rispondere a problemi educativi e prendere decisioni, e utilizzata in questo senso rimane uno dei mezzi più forti nella creazione di valori e competenze professionali. Una volta che si sono costruiti gli strumenti, lo svolgimento dell’osservazione, e la lettura e la discussione dei dati ottenuti, sono relativamente più semplici da portare avanti, anche se richiedono anch’essi un serio sforzo di gruppo. E’ importante sottolineare, anche se risulta evidente, che ciò che si è osservato non deve rimanere sul quaderno o in un cassetto, ma deve diventare l’oggetto della discussione per affrontare il problema che il gruppo di lavoro si è inizialmente posto, eventualmente suscitando altre domande di lavoro o esigenze di approfondimento, dopo averlo risolto.
Il percorso di formazione dei nidi di Torino
Il percorso di formazione si è svolto da novembre 2014 a giugno 2015 ed è stato suddiviso in 5 moduli, come di seguito descritti:
- L’osservazione al nido: come introduzione al percorso si è affrontata la parte teorica, perché fossero esplicitati i fondamenti e i problemi legati all’osservazione sistematica
- Costruire uno strumento efficace per il proprio nido o sezione: a partire da una domanda specifica, un mini-progetto di osservazione aiuta ciascuna sezione a calarsi nelle specificità del proprio contesto.
- Confronto di strumenti: ogni sezione socializza con le altre del proprio nido l’esperienza acquisita.
- Esercitazione: ciascun educatore sperimenta l’osservazione direttamente
- Discussione e sintesi dell’esperienza: il formatore sostiene il gruppo nella rilettura dell’esperienza, per discutere gli esiti raccolti e riprogettare le osservazioni successive.
Ciascun gruppo di lavoro (di nido o di sezione), con il supporto di un formatore esperto, ha portato avanti una sperimentazione del metodo di osservazione partendo da una domanda specifica, con l’obiettivo di analizzare un aspetto significativo della propria professionalità ma innanzitutto allo scopo di sperimentare una metodologia nuova, mai utilizzata prima, e di costruire un linguaggio comune attraverso il quale poter attivare momenti di confronto tra colleghi intorno a temi inerenti la giornata educativa al nido e la propria professionalità. Cosa è successo in ciascun nido:
Nido Via Barletta: le sezioni si sono concentrate sull’osservazione dei diversi spazi del nido e sulla modalità di utilizzo di questi da parte dei bambini
Nido Via Fenoglio: l’intero gruppo di educatrici del nido si è concentrato sulle modalità di comunicazione tra adulto e bambino ed in particolare sulle difficoltà riscontrate con i bambini “ombra”
Nido Via Roveda: il gruppo si è concentrato sull’osservazione delle interazioni di gioco in gruppi di bambini disomogenei per età
Nido Via Ventimiglia: ogni gruppo ha focalizzato la propria attenzione sull’utilizzo da parte dei bambini di uno spazio di gioco della sezione.
Gli educatori hanno valutato il metodo proposto come efficace supporto al gruppo di lavoro nella ri-progettazione del proprio contesto specifico; lo strumento dà inoltre la possibilità di cogliere elementi oggettivi (dei bambini, degli spazi e delle routine), che altrimenti tendono a sfuggire. Ciononostante, sono stati rilevati alcuni aspetti critici, legati principalmente alla complessità “tecnica” del metodo nelle fasi di costruzione della griglia osservativa e inserimento dei dati. Proprio per questi aspetti, una parte degli educatori ha espresso perplessità in merito alla porzione di ore formative dedicate alla sperimentazione pratica, ritenuta esigua rispetto all’introduzione teorica. Il 26% degli educatori che hanno compilato il questionario ha dichiarato di non aver avuto precedenti esperienze di formazione all’osservazione. Chi, al contrario, ha potuto confrontare l’Observation Projet con altre metodologie osservative, ha evidenziato differenze relative alla sistematicità di questo metodo, dovuta principalmente all’utilizzo di una griglia strutturata e dettagliata, costruita in prima persona sulla base di un problema concreto e contestualizzato. Gli educatori hanno valutato di particolare valore formativo che il training consentisse di intervenire direttamente sullo strumento di osservazione, con modifiche e adattamenti basati sulle effettive caratteristiche del contesto. Nonostante alcuni educatori ritengano difficile conciliare uno strumento così schematico e stringente con un contesto fisiologicamente ricco di sfaccettature relazionali e comportamentali, la maggioranza di essi valuta possibile ed interessante un utilizzo futuro del metodo proposto, come strumento di verifica e revisione condivisa delle scelte e delle pratiche educative.
Prospettive di continuità
L’utilizzo di uno strumento sistematico di osservazione ha anche portato a riflettere sulla possibilità di concretizzare percorsi di formazione comuni con la scuola dell’infanzia, proprio a partire da competenze professionali, come l’osservazione strutturata, che caratterizzano la degli educatori di entrambi i servizi
L’esperienza del nido “il Laghetto”: obiettivi e risultati
Nella sezione Gialli del nido di via Ventimiglia, abbiamo deciso di osservare il momento del dopopranzo in cui i bambini giocano liberamente (dalle 12.00 alle 12.30) per trovare le soluzioni più adatte alla stimolazione dei bambini. La sezione Gialli ospita 22 bambini che avevano età compresa tra 17 e 24 mesi all’inizio delle osservazioni. Le osservazioni, della durata di circa 20 minuti ciascuna, sono state videoregistrate da una persona esterna alla sezione, ed effettuate con una tecnica di scan-sampling: ogni bambino è stato videoregistrato a turno per due minuti, nello stesso ordine, per un totale di due registrazioni a seduta. La videoregistrazione è stata poi codificata ogni 10 secondi (fornendo quindi 12 codifiche) sulla griglia predisposta dal collettivo. Sono state effettuate 4 osservazioni, nell’arco di circa 20 giorni, in modo da osservare una volta tutti i bambini. Durante le osservazioni erano presenti in media nella stanza circa 11 bambini, con 2 educatrici. Tutte le educatrici della sezione hanno codificato tutte e quattro le osservazioni.
Dalla discussione delle prime osservazioni, sono emersi due elementi di attenzione:
- Il numero di bambini sostanzialmente inattivi: a fronte di circa la metà delle osservazioni in cui è stato codificato che il bambino “gioca”, e un altro 10% circa in cui “osserva” il gioco altrui, in un terzo delle osservazioni il bambino tiene in mano un oggetto senza giocarci oppure non fa niente, anche se i comportamenti effettivamente negativi (lanciare gli oggetti, correre per la stanza senza finalità di gioco, etc.) sono quasi assenti.
- Inoltre la maggior parte del tempo i bambini giocano da soli, e sono relativamente poche sono le interazioni con l’adulto e con gli altri bambini. Anche in questo caso, sono praticamente assenti i conflitti espliciti (portare via i giochi, batterli in testa, picchiare, etc.). I bambini si concentrano per la maggior parte del tempo su un grande tappetone morbido, che non favorisce granché la deambulazione autonoma, che invece i bambini stanno già sperimentando da qualche tempo.
A partire da queste osservazioni, si è deciso di modificare l’organizzazione della stanza, eliminando il tappetone morbido e creando angoli di gioco più chiari, ricchi e definiti.
Verifica e Valutazione
Al termine del percorso gli educatori hanno compilato un questionario di valutazione dell’esperienza. Le osservazioni sono state quindi ripetute, a distanza di alcuni giorni dal cambiamento introdotto nell’ambiente a seguito delle prime sessioni di osservazione, in modo da evitare l’effetto della novità, sempre nella stessa fascia oraria e nello stesso spazio. Tre educatrici hanno codificato 1 o 2 osservazioni, ma non sono più state effettuate doppie codifiche, avendo verificato l’accordo sulle osservazioni precedenti. Sono state effettuate 3 osservazioni, nell’arco di una settimana, osservando complessivamente 20 bambini. Durante le osservazioni erano presenti in media nella stanza circa 10 bambini, con 2 educatrici.
Risultati
Il tipo di giocattoli utilizzati dai bambini tende a cambiare, in corrispondenza del cambiamento dell’offerta nell’ambiente. Diminuisce il gioco con gli animali, quello con i giochi strutturati e quello con le macchinine. Aumenta invece sensibilmente l’utilizzo dei libri e delle costruzioni. L’attività si modifica nel senso atteso, cioè aumenta il gioco e si riduce l’inattività. Non ci sono invece grosse differenze nell’interazione,e soprattutto non aumenta, anzi diminuisce, il gioco con gli altri bambini; diminuisce leggermente però la condotta di portar via il gioco agli altri. Aumenta sensibilmente invece l’interazione con l’adulto. L’avere a disposizione più giochi, e meglio distribuiti nell’ambiente, permette ai bambini di giocare meglio, in modo più concentrato. Questo però non implica un maggior gioco in gruppo: probabilmente perché l’età dei bambini non consente ancora loro un’interazione cooperativa nella dimensione attesa dall’adulto. È interessante però che non si verifichino conflitti numerosi, e i primi approcci all’altro spesso sono di facile negoziazione.
Per approfondire:
Anne-Marie Fontaine, L’observation professionnelle des jeunes enfants. Un travail d’équipe, Broché, 2011
Bonichini, Axia, L’assessment psicologico nella prima infanzia, Carocci, 2001;
D’Odorino, L’osservazione del comportamento infantile, Raffaello Cortina, 1990;
Venuti, L’osservazione del comportamento. Ricerca psicologica e pratica clinica, Carocci 2001;