Da qualche tempo in Orsa si sta riflettendo sul rapporto tra le generazioni e su come il nido possa costituire una buona occasione per avvicinare i bambini e gli anziani. Ad esempio le educatrici del Nido Roveda si erano appassionate all’idea di coinvolgere i bambini delle loro sezioni in un progetto di conoscenza e scambio con gli ospiti della Casa di Riposo “Vittorio Valletta”, che si trova a pochi isolati dal Nido, nel territorio di Mirafiori Sud, a Torino. Nell’autunno del 2015 è nato così il progetto “Bambini e Nonnini”: la proposta viene accolta in modo estremamente caloroso dalla Direzione della struttura, che offre tutto l’appoggio e la collaborazione per immaginare un percorso che permettesse di stare insieme, “mano nella mano”, ai piccoli ospiti del nido con gli quelli un po’ più “cresciuti” della casa di risposo. Le educatrici delle sezioni verticali Giraffe e Pinguini hanno coinvolto i loro bambini più grandi: e questo perché andare a trovare i nonnini significherà prendere il bus di linea per qualche fermata, entrare in un luogo nuovo e instaurare, piano piano, una relazione con un gruppo di persone sconosciute. Persone che di vita ne hanno vissuta tanta, che a volte avranno spirito per giocare e a volte no, che interagiranno, poco o tanto, con le proposte dei bambini, e che forse certe volte non saranno abbastanza “in forma” per accorgersi della piccola tribù che sta animando la loro quotidianità. Il primo incontro avviene poco prima dello scorso Natale: ci accoglie un festa di musica e balli, attività in cui le preziose operatrici della struttura coinvolgono normalmente gli ospiti per aiutarli nel mantenimento, o recupero, delle loro capacità psicofisiche. Respiriamo la cura e la generosità con cui è stata preparata la stanza che ci accoglie: ai nostri bambini non è mancato proprio nulla per sentirsi benvoluti. Stiamo mettendo il primo mattoncino del progetto: generazioni lontanissime, non legate da rapporti di conoscenza o parentela, si guardano e si scrutano alla ricerca, eterea e intima, di un legame, un filo che unisce vite giovanissime e vite già vissute, per tante ragioni assimilabili e assonanti. L’entusiasmo è reciproco e il progetto prende una forma ancora più ampia: non solo due o tre incontri sporadici, ma un’amicizia che durerà lungo tutto l’anno educativo che abbiamo davanti! E così è arrivato il laboratorio di pittura, dove mani piccole si sono sovrapposte a mani nodose per tracciare un segno nel colore; o gli esperimenti di cucina, in cui la sapienza pratica nell’impastare di nonne e nonni si è avvalsa delle creatività dei piccoli nell’immaginare le forme dei biscotti e la guarnizione delle pizze. La relazione si consolida anche fra le due equipe di lavoro, nella reciproca, profonda ammirazione per il complesso prendersi cura di individui tanto diversi ma ugualmente desiderosi di rapporti significativi, di punti di riferimento affettivi, di nutrimento emotivo.
Frequentando la casa di riposo di via Farinelli ci siamo accorti che gli anziani possono dare molto ai bambini, e viceversa, poiché, aldilà degli stereotipi, l’anziano è fonte di esperienza e vita vissuta, mentre il bambino si apre alla vita con l’innocenza e lo stupore tipico delle fasi iniziali, e così l’esperienza torna ad essere stupore e lo stupore può diventare vita. L’incontro tra le generazioni in una struttura per anziani rappresenta, tra l’altro, la possibilità di vivacizzare l’ambiente lavorativo con una ricaduta positiva anche sugli operatori. I bambini infatti hanno portato allegria, spensieratezza e costretto il mondo adulto a “ritornare bambino” seppur per breve tempo, ritrovando semplicità e freschezza. Si tratta ora di rendere permanente questa esperienza, sapendone valorizzare gli aspetti di cui si diceva, monitorandone l’evoluzione possibile.
In una fase difficile come quella che stiamo vivendo, dove tutti rincorrono e corrono dietro a non si sa bene cosa, forse anche questi piccoli gesti possono servire a ricordarci, come persone, operatori ed azienda, che la qualità del nostro agire, può passare anche da piccole sperimentazioni come questa.
Anche in Friuli capita qualcosa di simile all’esperienza del nido di Roveda di Torino, ma in questo caso sono i nonni ad andare a fare visita ai bambini, perché il gruppo di lavoro del nido aziendale Regione FVG “ la bacchetta magica” ha voluto trovare un modo per avvicinare i nonni ai bambini del nido e ha organizzato insieme alla nonna di una bambina frequentante, la lettura di una favola ai bambini della sezione medio–grandi.
Arricchire la vita dei bambini di esperienza raccontando storie è una tradizione meravigliosa che in molte famiglie si sta purtroppo perdendo. L’intento delle educatrici è stato proprio quello di far proseguire la tradizione di una buona lettura o del racconto di una storia; leggere ad alta voce ai bambini è una attività coinvolgente, crea l’abitudine all’ascolto, aumenta i tempi di attenzione, accresce il desiderio di imparare a leggere. E così abbiamo chiesto il supporto alla nonna Mirella che si è resa subito disponibile e ha proposto di affrontare al storia di Cappuccetto rosso.
I bambini entusiasti hanno inizialmente ascoltato, seduti su un morbido tappeto, la storia raccontata dalla nonna con il supporto del libro, poi una volta terminata la favola, quasi per magia, nonna Mirella ha tirato fuori da un borsone tutta la scenografia della storia fatta in cartoncino e compensato (personaggi, casetta, alberi e tanti altri elementi) a quel punto nella sezione è sceso un silenzio irreale e la nonna questa volta ha raccontato di nuovo la storia, intraprendendo con i bambini un dialogo ricco di scambi affettivi ed emotivi! Collaborare con le famiglie per un risultato comune mettendo a disposizione del nido le competenze specifiche di ogni singolo adulto è sicuramente uno dei nostri principali obiettivi, e in questo caso è avvenuto creando un ponte tra nonni e bambini, tra nido e territorio, tra due generazioni, tra ieri e oggi.