Capita spesso nei nidi di vedere dei giardini attrezzati solamente con scivolo e altalena, e purtroppo capita anche di vederne alcuni completamente sguarniti di qualsiasi attrezzatura, e la causa di questa scarsa attenzione è da ricercare in una povera cultura dell’educazione all’aria aperta e in un rapporto con il corpo che è fobico e medicalizzato. Nonostante che a partire da Rousseau si sia cercato di mettere in evidenza l’importanza del rapporto con l’ambiente naturale per favorire una crescita sana e libera, ancora oggi tendono a prevalere delle remore incredibili nei confronti dell’educazione all’aria aperta. Molti sostengono che l’aria aperta è pericolosa ma tutti gli studi scientifici dimostrano il contrario (e l’Organizzazione Mondiale della Sanità già dal 2004 raccomanda che gli Stati sviluppino piani di azione per incrementare i livelli di attività fisica della popolazione, se vuoi approfondire RFF-DP-09-21), altri invece credono che sia possibile fruire lo spazio del giardino e del cortile solo in assenza di qualsiasi elemento potenzialmente sfavorevole (vento, sole, nuvole, pioggia, neve, diventano mostri in agguato che non permettono di uscire, e non solo mentre imperversano, anche a distanza di giorni come dimostra un’educatrice a Napoli che un giorno mi disse “non possiamo uscire perché l’altro ieri ha piovuto”). Altri ancora non sfruttano lo spazio all’aperto perché lo considerano meno ricco e stimolante di quello interno (che è progettato, arredato e riempito con motivi di interesse e materiali educativi). In questo post ci rivolgiamo a questi ultimi, e a tutte le strutture di Orsa impegnate in progetti di outdoor education, per cercare di mostrare come sia possibile organizzare il giardino per trasformarlo in una preziosa risorsa educativa a disposizione di tutti.
Alcuni elementi ci aiutano a sviluppare un progetto ambientale di qualità per il giardino e l’educazione all’aria aperta. Innanzitutto è utile articolare le dimensioni di sviluppo: il giardino permette di esercitarsi al meglio nella dimensione del movimento, del gioco, degli apprendimenti e dell’esplorazione.
MOVIMENTO
Per quanto riguarda il movimento è facile partire dalla proposta più consueta, che di solito è costituita da altalene, scivoli, torrette, tunnel, tricicli e palloni. In ogni struttura provvista di uno di questi arredi è possibile notare con quale piacere i bambini e l bambine vi si dedicano, imparando non solo a muovere il corpo nello spazio con competenza ma anche a rispettare i turni, ad aiutare gli altri, a richiedere una mano quando necessario. Il corpo ha bisogno di svolgere attività che lo coinvolgono totalmente (come la corsa, lo slancio, lo strisciare, il lanciare e riprendere) e per una buona porzione di tempo ogni giorno. Non è pensabile che una giornata intera venga passata nei nidi o nelle scuole senza poter compiere una attività di movimento grosso in cui tutta la persona è impegnata a prendere le misure con l’ambiente e a relazionarsi con le proprie abilità e potenzialità fisiche in un contesto libero e strutturato solo in parte. Correre e scartare di lato mentre si insegue un compagno che urla felice è un esperienza a cui tutti debbono poter accedere, parimenti è diritto di tutti poter osservare come sta scavando la terra con la paletta il bambino più grande e poi provare a fare lo stesso. Infilarsi in un tunnel (di cemento o di legno) e saggiare con la schiena la curvatura delle pareti, oppure arrampicarsi mani e piedi ad un albero (sotto il quale ci saranno protezioni o accessi facilitati o sul quale ci saranno delle limitazioni per evitare che i bambini e le bambine salgano oltremisura), o ancora saltare da una sezione di tronco ad un’altra o spingere una carriola, sono esercizi del motorio grosso che debbono essere considerati fondamentali per favorire un normale sviluppo psico-fisico nella prima e seconda infanzia.
Suggeriamo qualche altra attività rilevante nell’area motoria (a costo limitato e con pochi interventi strutturali) nelle foto qui di seguito.
una foresta di bambù per intrufolarsi, nascondersi, schivare, coordinare le spalle e il tronco… e uscirne sani e salvi.
“scusi ferma a questa? devo scendere!”
un autobus costruito con materiali di recupero per montare a bordo, sedersi, parlare, cambiare di posto, scende e correre via.
delle reti in cui poter infilare e sfilare dei nastri (si possono anche stendere tra due alberi o tra un albero e il muro) lavorando da soli o in piccoli gruppi.
una casetta in cui entrare, sedersi, coricarsi, portare oggetti, costruire un letto di foglie e poi uscire di corsa.
un secchio appeso ad una carrucola in cui deporre oggetti da sollevare.
IL GIOCO
Non ricordo di aver mai visto una classe o una sezione di nido in giardino in cui non ci fossero dei bambini e delle bambine impegnati in qualche tipo di gioco simbolico o di ruolo. Facilmente si assiste a piccoli gruppi che si scambiano frasi del tipo: “Facciamo che io ero la strega e tu il povero prigioniero” – “No, io ero l’aiutante della strega, il prigioniero è lui!” – “Sì, dai prendi quel ramo, era la scopa per volare, andiamo”. E poi si cambia mille volte la storia, il personaggio, il ruolo, l’ambientamento e i compagni di gioco, e non servono neanche troppi interventi, l’ambiente naturale va già bene come è, spesso. Un bastone diventa un remo e poi si trasforma per magia in un tetto di una casa che ripara dalla pioggia, per finire la sua carriera come spada dei pirati, e il tutto senza alcuna fatica da parte dei bambini. L’albero è un’isola o una montagna nell’immaginazione dei bambini, e l’erba può essere un mare in tempesta o una strada. Se poi vogliamo migliorare la proposta e favorire la nascita di momenti di gioco simbolico, accanto alla ricchezza costituita dall’ambiente naturale, potremmo aggiungere alcuni elementi in un angolo o in un ripostiglio, come ad esempio alcune cassette di plastica o di legno per simboleggiare oggetti o arredi, un baule o uno scatolone con vestiti o accessori, una cesta piena di bastoni, aste, tessuti, corde, tubi. tutti materiali di recupero o che le famiglie possono donare attingendo alle vecchie riserve o a ciò che si deve scartare. Se ogni giorno sapremo sfruttare lo spazio all’aperto per favorire il gioco simbolico riusciremo a favorire quel processo di conciliazione psichica di cui parla Winnicott quando dice che il bambino vive, grazie al gioco simbolico, un campo dell’illusione in cui il soggetto cerca le risposte al conflitto tra realtà interna e esterna grazie alla possibilità di definire uno spazio transizionale, psichicamente né esterno né interno dunque, in cui esercitare la capacità di mediare tra il mondo e il sé. Grazie al gioco simbolico il bambino manipola la realtà in un luogo di distacco e autonomia, connettendosi alla creatività e alla cultura attraverso la costruzione di narrazioni e significati. E il giardino è uno dei luoghi più adatti a questa attività tanto fondamentale per la crescita umana.

Accanto al gioco simbolico si può pensare di realizzare una piccola pedana con una semplice quinta per dare vita a piccole attività sceniche e teatrali, rappresentati e canzoni.
Inoltre si possono realizzare degli angoli per il gioco con gli animaletti e il miniaturizzato o con le costruzioni di legno o con giochi di memoria o, ancora, con bastoni e foglie per la compositività, come si vede in queste foto
GLI APPRENDIMENTI
Alcuni credono che all’aperto non si debba passare troppo tempo perché gli apprendimenti ne risentirebbero (costringendo così i bambini a brevi uscite che hanno il sapore amaro dell’ora d’aria). Ma se questa obiezione è valida per ambienti che non presentano alcun intervento strutturato e intenzionale da parte dell’adulto, non regge difronte alla pratica della progettazione educativa e alla realizzazione di interventi pensati per la dimensione cognitiva dello sviluppo infantile.
Il più facile di questi interventi riguarda le scienze naturali e la conoscenza del mondo. Osservare un termitaio o un formicaio (come i bambini nella foto sopra) nelle sue trasformazioni, significa avvicinarsi alla comprensione del mondo e delle sue strutture d’ordine (come ci chiederebbero le indicazioni nazionali del curricolo). Raccogliere foglie da classificare per forma in appositi contenitori è attività facile e di immediata realizzazione, come è semplice realizzare un hotel per insetti dove coccinelle e altri minuscoli predatori inizieranno a fare la casa, lasciando che i bambini li possano osservare per studiarne i comportamenti.
Scrivere con i sassi facili parole, è altrettanto semplice e interessante, e richiede solo un piccolo intervento dell’adulto (un cesto pieno di sassi piatti su cui scrivere delle lettere con un pennarello indelebile).
Raccogliere oggetti, bastoni, sassi e tutto quello che è a portata di mano per scoprire quanto pesano, cosa pesa di più e cosa di meno, è una attività affascinante in cui i bambini si concentrano con piacere.
Con un fascio di bastoni dritti e abbastanza lisci raccolto in un cesto si possono costruire figure geometriche e poligoni
Se abbiamo a disposizione uno spazio calpestabile su cui scrivere possiamo realizzare il gioco della campana (iniziare a contare mentre si gioca è un esercizio bellissimo).
Mettere un numero stabilito di cucchiai di terra in piccoli contenitori può essere semplice da realizzare
E anche costruire figure geometriche grazie a sassi su cui avremo disegnato una serie di linee da unire
L’ESPLORAZIONE
Forse uno degli istinti più forti che albergano nell’essere umano consiste nell’esplorare l’ambiente attorno a noi. I bambini e le bambine si dedicheranno immediatamente alla ricerca di oggetti, insetti, sassi e piante per carpirne segreti e struttura, li potremo aiutare mettendogli a disposizione alcuni strumenti come lenti di ingrandimento o cestini per raccogliere e classificare.
Possiamo preparare delle tinozze con acqua e oggetti da far galleggiare (o affondare), in cui immergere sassi e bastoni e vedere cosa gli succede quando si tirano fuori.
e infine si possono nascondere degli oggetti nella sabbia o nel fango e lasciare che i bambini li cerchino.
Buon lavoro all’aria aperta!
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