La scatola azzurra

Una delle risorse più incredibili per i bambini dai 2 ai 6 anni è la scatola azzurra che ha elaborato Paola Tonelli sulla scorta del lavoro della psicanalista infantile Dora Kalff, paziente e allieva di Jung, che sviluppò un metodo di cura attraverso il gioco con la sabbia. Il focus di questo post è infatti la sabbia, con le sue caratteristiche e potenzialità. La sabbia è un materiale straordinario, nasce dall’azione distruttiva degli elementi e si deposita tra la terra e il mare, è morbida e sensorialmente attivante, ma può diventare dura se bagnata. Nessuno rimane indifferente quando la può toccare o calpestare e viene naturalmente voglia di lasciare un segno o disegnarvi qualcosa. La Kalff sfruttò queste sue caratteristiche per creare una scatola in cui contenerla da mettere a disposizione dei suoi piccoli pazienti assieme a oggetti in miniatura (i bambini in analisi non hanno la competenza linguistica dell’adulto, e così grazie alla scatola e agli oggetti si esprimevano più facilmente). Il passo dall’analisi all’educazione è stato consequenziale, e in Italia è stato facilitato da Paola Tonelli, che ha chiamato scatola azzurra quello che in inglese viene chiamato di solito Sand Box. Leggiamo nelle sue parole quale è stato il passaggio dall’analisi alla scuola, “è stata Livia Aite a farmi conoscere nel ’72 il gioco della sabbia: tecnica terapeutica che lei usava con i bambini. La descrizione che mi fece della terapia e dello studio in cui accoglieva i bambini mi affascinò: il bambino veniva introdotto in una stanza tranquilla dove, al centro, era posta una cassetta rettangolare, con il fondo dipinto di azzurro e contenente sabbia. Lungo le pareti della stanza si trovavano, allineati su scaffali, numerosi oggetti in miniatura rappresentanti tutto quello che si può osservare nel nostro mondo: alberi, case, animali feroci e domestici, uomini e donne, in vari aspetti della loro vita, etc. Il bambino aveva tutto a disposizione, poteva scegliere ciò che desiderava per giocare, per costruire nella sabbia della cassetta.”

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Ma come è composta la scatola azzurra per i bambini del nido e della scuola dell’infanzia? Sempre la Tonelli dice che all’inizio, quando ebbe l’idea di portare la scatola della sabbia nei contesti educativi, pensò di creare scatole più piccole rispetto ai grandi tavoli con il vassoio. Queste scatole più piccole permettevano il lavoro a più bambini nello stesso momento e si integravano, inoltre, con l’ambiente didattico della sezione. Accanto ad esse prese forma un angolo che accoglieva sassi, rametti, pupazzetti, conchiglie, fiori, animali e casette. Le scatole poi prendono una forma che possiamo dire definitiva, diventano due, una ospita la sabbia e l’altra gli oggetti, in piccoli scomparti, ma questa è la scatola per i lavori individuali, se i bambini debbono lavorare in piccoli gruppi allora le scatole possono essere tre, di cui due dedicate alla sabbia e una ai materiali. Il gruppo però può allargarsi fin oda 8 bambini e in quel caso le due scatole che ospitano la sabbia possono essere disposte su due tavoli distanti tra di loro.

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Chiaramente questo materiale permette ai bambini e alle bambine di svolgere molte attività di grande rilevanza educativa, con il suo utilizzo sviluppano la motricità fine e la sensibilità tattile e visiva, ma riescono anche a esprimere e potenziare le loro abilità narrative e linguistiche, oltre che a sostenere una progettualità comune e rispettare delle regole di ingaggio con i compagni con cui condividono la scatola. Imparano a distinguere e classificare, a costruire e trovare il punto d’equilibrio di due o più oggetti che si poggiano uno all’altro, scoprono che la sabbia accoglie i segni che produce la mano e si preparano al grafismo. Inoltre provano un grande senso di competenza, sviluppano autostima e crescono nel benessere.

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Forse è inutile dire che, oltre alla rilevanza pedagogica, l’adattabilità e la semplicità realizzativa della scatola azzurra ne hanno decretato un successo veramente duraturo. In ogni regione ci sono nidi e scuole dell’infanzia (ma anche qualche primaria e addirittura delle medie) che la propongono ai bambini. La sua enorme diffusione  ha portato molte educatrici e maestre a sperimentare delle varianti e introdurre modifiche. Prima di provare  anche voi le vostre variazioni sul tema, vi invitiamo a leggere l’articolo di Paola Tonelli in cui hanno trovato un valido modello molti nidi di Orsa.

Buona lettura!

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