Policoro (MT)
Quando Orsa è arrivata a Policoro ha trovato un nido che era dotato di arredi per lo più usurati, alcuni non funzionali alla nuova impostazione delle attività, molte volte esteticamente poco stimolanti, e in alcuni casi non sicuri. È per questo che insieme al Comune e gli operatori del nido si è deciso di riorganizzare gli spazi per renderli più accoglienti e stimolanti per bambini, genitori ed operatori, provvedendo all’acquisto di nuovi arredi.
Analisi del contesto e delle criticità
L’équipe del nido, partendo dalle caratteristiche e dalle criticità della struttura, ha rilevato la necessità di ripensare gli spazi, per offrire ai bambini una maggior possibilità di essere accolti e contenuti, di muoversi, di acquisire autonomia, opportunità di nuove esplorazioni, e perché l’ambiente potesse anche essere più “bello”. Di conseguenza si è studiato il modo di rendere gli ambienti più funzionali e accoglienti ed esteticamente attraenti. Attraverso il confronto con la disposizione degli spazi in altri nidi Orsa, si è effettuata una selezione di arredi rispondenti al progetto educativo e alle necessità e preferenze dell’équipe, dei bambini e delle famiglie. La scelta degli arredi è stata, chiaramente, vincolata al budget a disposizione, e un’attenta consultazione dei cataloghi di settore ha portato a privilegiare quelli con maggior versatilità. Priorità assoluta è stata data all’acquisto di articoli di base quali tavoli, sedie, fasciatoi adeguati a bambini ed adulti, e ad arredi specifici per la sezione dei lattanti. Sulla base del materiale, del colore, della collocazione, del budget, si è elaborata una lista di priorità e effettuata la proposta di ordine. Prima di procedere alla sostituzione degli arredi si è pensato di fotografare i vecchi spazi per avere la possibilità di un confronto e una verifica rispetto a quelli nuovi, per monitorare i cambiamenti che si andavano a realizzare.
I cambiamenti graduali che hanno accompagnato la fase di progettazione hanno creato aspettativa nei bambini e nelle famiglie, aspettativa che si è poi tramutata in gioia ed entusiasmo al momento dell’arrivo degli arredi in primavera, diventando un vero e proprio evento per tutta la comunità. I bambini hanno mostrato la loro emozione partecipando concretamente all’apertura dei pacchi insieme alle educatrici e agli altri addetti e hanno guidato i genitori con grande eccitazione alla scoperta delle nuove cose.
Dopo una prima fase di assestamento, si sono gradualmente organizzati e strutturati gli spazi in base a quanto in precedenza era stato progettato, con qualche modifica, migliorando le scelte fatte in sede di progettazione, anche attraverso prove di collocazione e ricollocazione, di osservazione della prima risposta dei bambini, di discussioni alla ricerca della soluzione migliore. Nei mesi successivi i bambini hanno esplorato i nuovi spazi, hanno acquisito nuove abitudini ed hanno suggerito ulteriori modi di utilizzo. La stabilità degli arredi e la loro funzionalità, la creazione di angoli dedicati, la cura estetica dello spazio, hanno gradualmente, ma costantemente, cambiato la precedente organizzazione del nido.
Anche le famiglie, disponibili all’incontro e allo scambio, sono state partecipi di tale riorganizzazione, cogliendone il cambiamento giorno per giorno e comunicando con il gruppo educativo sull’importanza del processo.
Per lo spazio esterno si è optato per l’utilizzo di materiale di recupero, valorizzando parte dell’arredo esistente ed utilizzando in maniera creativa vecchi oggetti. Un utilizzo del tutto nuovo dello spazio esterno (precedentemente di fatto non utilizzato) ha permesso un contatto diretto dei bambini con materiali naturali, offerti dal giardino, o ridefiniti nel loro uso, sostenendo in tal modo un forte e significativo atteggiamento ecologico di rispetto dell’ambiente.
Il percorso di riorganizzazione dello spazio è durato tutto un anno educativo ed è stato significativo sotto molti aspetti, primi fra tutti il miglioramento delle competenze da parte dei bambini, l’acquisizione di una loro maggiore sicurezza ed autonomia; le famiglie hanno manifestato un forte gradimento concretizzato in un aumento significativo di richieste di accesso al nido per l’anno seguente. Le educatrici hanno avuto modo di aumentare le loro conoscenze attraverso un lavoro di ricerca e sperimentare nuove modalità di lavoro, migliorando l’offerta educativa.
LE DOMANDE DEL GRUPPO EDUCATIVO
Molteplici sono state le domande che il personale educativo si è posto lungo il percorso: quali dovevano essere gli obiettivi per costruire un nido a dimensione di bambino-famiglia-educatore; come le famiglie avrebbero potuto partecipare al progetto educativo e al cambiamento per far sì che il nido diventasse luogo di incontro, di scambio e di appartenenza al territorio; come dovevano essere gli spazi per aiutare il bambino a perfezionare le sue competenze e acquisire maggiore autonomia e conoscenza di sé.
Organizzare i tempi
L’organizzazione del tempo è stata determinata dalle capacità del gruppo di approfondire e concretizzare il compito assegnato – acquisire nuovi arredi- e nel contempo realizzare un cambiamento in grado di dare buone risposte ai bambini, alle famiglie e al gruppo stesso. L’urgenza dell’acquisizione di nuovi arredi non ci ha fatto trascurare la necessità di avere il tempo di elaborare un pensiero e condividerlo con il gruppo di lavoro e la comunità. L’ordine non è stato fatto immediatamente, come avrebbe suggerito l’urgenza dell’acquisto; è stato invece preceduto da un periodo dedicato all’acquisizione della consapevolezza delle necessità in rapporto al nuovo progetto, alla condivisione del progetto e della sua concreta applicazione, alla mediazione tra i diversi modi di vedere e la soggettività delle priorità di ciascun operatore.
Questo post è un estratto di un articolo che trovate sul numero 4 della rivista di Giunti “Nidi d’infanzia”