Nel nido il momento del pranzo è vissuto ispirandosi al contesto familiare e conviviale. Si mangia sugli stessi tavoli della sezione su cui durante la mattinata si è giocato e lavorato, dopo che alcuni bambini, generalmente i più grandi, hanno provveduto ad apparecchiare. Ogni tavolo ospita dai 4 ai 7 bambini che hanno al loro fianco l’educatrice che sporziona il cibo in piccoli contenitori da cui ognuno potrà servirsi autonomamente. L’educatrice crea un clima affettivo positivo e calmo, parla ai bambini invitandoli a prendere il cibo, gli ricorda con gentilezza e fermezza le buone regole di comportamento nei riguardi della tavola, invita i bambini ad un dialogo disteso ed adatto al contesto. Anche lei mangia con i bambini, parla del cibo, chiede se qualcuno lo mangia anche a casa o spiega dove si coltiva, chi lo ha cucinato e come. Il tempo è vissuto con rilassatezza e non ci si affretta a terminare ciò che c’è nel piatto, al contrario si dialoga e ci si guarda negli occhi, ci si sorride e si cerca un contatto con l’altro senza altra finalità oltre al piacere di stare a tavola assieme, vicini, mentre si compie una cosa piacevole e in comune.

I bambini si servono, spargono il condimento sulla pietanza, portano il cibo alla bocca utilizzando le posate, versano l’acqua nel bicchiere (usando delle piccole brocche riempite a metà dall’educatrice), bevono, eliminano gli avanzi dal piatto (usando un piatto di servizio), e alla fine sparecchiano e ripongono le bavaglie nel loro contenitore.


Qualche volta al termine del pranzo si può cantare una canzone, oppure raccontare una storia.

Il momento del pranzo diventa un’opportunità fondamentale per sviluppare l’autonomia personale, la motricità della mano e del corpo (ci si alza per cambiare posata e sparecchiare o prendere il pane o le posate pulite), la cultura gastronomica ed alimentare, la cultura della convivialità e la capacità di rispettare i ritmi condivisi in momenti speciali.
