Le parole di Maria Montessori
Questi tempi di misure restrittive imposte dal diffondersi del coronavirus sono anche tempi di relazione preziosa fra genitori e figli. Orsa propone alle famiglie e alle persone interessate alcuni spunti di riflessione utili tratte dai libri di Maria Montessori.
La parola che abbiamo scelto di proporre ai genitori può apparire insolita.
Eppure è stato proprio il “bambino selvaggio”, quel bambino di forse otto anni a cui venne poi dato il nome di Victor, trovato casualmente nella foresta dell’Aveyron nel sud della Francia ai piedi dei Pirenei nei primi anni dell’Ottocento che ha dato un impulso determinante ad alcune concezioni dell’educazione infantile che consideriamo ancora attuali. Il ritrovamento di Victor è stato così importante che molti studiosi se ne occuparono e, per tutto l’Ottocento uscirono molti libri sull’argomento. Nel 1970 il grande regista francese François Truffaut girò un film che all’epoca fece molto scalpore dal titolo “Il ragazzo selvaggio” (per chi volesse, si possono vedere diversi spezzoni in youtube).
“Selvaggio” sembra essere una parola dura che a prima vista parrebbe avere poco a che fare con il bambino piccolo. Eppure “selvaggio” deriva dalla parola “selva” che a sua volta rimanda all’idea di un luogo rigoglioso e ad un terreno ricco di vegetazione spontanea. Insomma, la selva richiama per noi l’idea della natura rigogliosa ricca di colori, profumi, rumori e tracce.
Maria Montessori ha affermato in molti suoi scritti il legame profondo dell’infanzia con la natura del duplice senso che l’educazione deve seguire i ritmi naturali del bambino e che è fondamentale inserire la natura nell’educazione.
Più precisamente afferma che:
- È importante che lo sviluppo avvenga “secondo natura”, segua cioè il naturale corso delle leggi biologiche e psicologiche senza interventi artificiali, spesso non appropriati e di intralcio (anche J. J. Rousseau aveva detto, prima di lei, la stessa cosa);
- Il rapporto del bambino con la natura è fondamentale per una crescita sana.
Tutti sappiamo come ogni bambino abbia una tendenza “naturale” ad esplorare l’ambiente che gli sta intorno. È importante nello stesso tempo “tuffare” per quanto possibile il bambino nella natura (il rapporto con i vegetali, con gli animali) e adottare metodi educativi che non sacrifichino mai la sua libertà naturale.
Maria Montessori ha ripetutamente dichiarato nei suoi scritti che il suo Metodo è nato dalla lettura del diario del dott. Itard, il medico francese che aveva preso in cura il piccolo “selvaggio” che era stato abbandonato nella foresta francese. L’esperienza di Itard porta la Montessori a trarre alcune conclusioni importanti: la prima riguarda il fatto che il tentativo del passaggio dalla vita naturale alla vita sociale consiste in continue richieste di rinuncia e di costruzioni, la seconda riguarda la necessità del maestro di adattarsi all’allievo anziché l’inverso. E poi lasciare il tempo: la scelta educativa di fondo di Itard prima e della Montessori poi è stata quella di non forzare la mano, di aspettare – adattandosi ai bisogni e alle tendenze del selvaggio – puntando sulla seduzione lenta e progressiva che la vita sociale poteva esercitare nei confronti del ragazzo.
Le nostre sono ancora giornate dure e per i bambini, costretti a stare in casa, lo sono ancora di più.
Dobbiamo pazientare e devono pazientare anche loro. Mai come in questo periodo dobbiamo perciò essere particolarmente tolleranti. Ma non appena finita l’attuale situazione di emergenza lasciamo che i nostri bambini entrino nella “selva” possano cioè immergersi nella natura, sia il bosco, il prato, il giardino di casa o il parco che si trova vicino alla nostra abitazione. E scopriamo insieme ai nostri bambini, il ruolo straordinario della natura nella loro crescita sana e serena.
A cura della Direzione Pedagogica di Orsa
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Per saperne di più: Borghi B.Q. (2019). Montessori dalla A alla Z. Lessico della pedagogia di Maria Montessori. Trento: Erickson.