Sempre più conosciuta è ormai l’ortoterapia, quale concreto sostegno alle attività relazionali, educative e ricreative.
Coltivare è il gesto più antico, forse il primo che ha consentito di parlare di civiltà. Coltivare un orto vuol dire coltivare conoscenza. Partendo da gesti agricoli difatti, è possibile ricollegarsi alle più svariate discipline: storia, geografia, scienze, astronomia, geometria, botanica, cucina, ecologia, ecc. Ma soprattutto, forse, il più nobile degli obiettivi che si pone questo tipo di educazione, è trasmettere il valore del rispetto per la natura e gli esseri viventi in modo da forgiare essere umani in grado di migliorare la società attuale. Fare l’orto contribuisce a risvegliare interessi, senso di responsabilità, stabilità emotiva, consapevolezza di sé e del tempo; ha effetti antidepressivi e calmanti, migliora l’umore e le facoltà mentali.
Attraverso l’esperienza diretta, come insegna M. Montessori, i bambini accrescono libertà e autonomia, grazie alla conoscenza dell’ambiente circostante e allo sviluppo sensoriale tramite il lavoro manuale. Nell’orto i bambini imparano ad attendere, progettare, osservare e prendersi cura poiché non ci si limita a seminare e raccogliere ma anche a capire le malattie e trovare strategie per affrontarle utilizzando i mezzi che la natura ci offre. L’orto diviene occasione per fare esperienza di un’educazione cosmica.
Non importa dove si vive, la costruzione di un piccolo orto, è più semplice di quel che si pensa. Se non abbiamo a disposizione un giardino, possiamo attrezzarci con vasi e cassette di legno… e magari, cominciare da colture semplici.
“L’orto è una grande metafora della vita spirituale: anche la nostra vita interiore abbisogna di essere coltivata e lavorata, richiede semine, irrigazioni, cure continue e necessita di essere protetta, difesa da intromissioni indebite. L’orto, come lo spazio interiore della nostra vita, è un luogo di lavoro e delizia, luogo di semina e raccolto, luogo di attesa e soddisfazione. Solo così, nell’attesa paziente ed operosa, nella custodia attenta, potrà dare frutti a suo tempo.” E. Bianchi
“REPLANTING”
Insegniamo ai nostri bambini che: un ecosistema non genera rifiuti, la diversità è vita e le insalate non nascono al supermercato.
Gli scarti alimentari di una specie sono il cibo di un’altra; la materia circola continuamente attraverso la rete della vita; l’energia che alimenta questi cicli ecologici deriva dal sole; la diversità garantisce la specie di recupero; la vita sin dai suoi primordi, più di tre miliardi di anni fa, non si è diffusa con la lotta ma con la collaborazione, l’associazione e la formazione di reti.