Capricci

Le parole di Maria Montessori
Questi tempi di misure restrittive imposte dal diffondersi del coronavirus sono anche tempi di relazione preziosa fra genitori e figli. Orsa propone alle famiglie e alle persone interessate alcuni spunti di riflessione utili  tratte dai libri di Maria Montessori.

 

I capricci dei bambini consistono in quei comportamenti bizzarri, trasgressivi, insistenti e difficili da gestire che sembrano non avere una causa apparente. Spesso è associato a un atteggiamento piagnucoloso e insistente che a volte appare agli adulti fasullo proprio perché il bambino interrompe all’istante il suo lamento non appena ha ottenuto quello che voleva. Spesso gli adulti si sentono infastiditi dai comportamenti capricciosi dei bambini anche perché sembrano assomigliare più a un ricatto che a una vera necessità.

Comunque stiano le cose, i capricci di certo costituiscono un segnale di disagio dei bambini, ma nello stesso tempo mettono di sovente a disagio anche noi adulti che ci sentiamo a metà via, incerti se tenere il punto e non mollare, oppure cedere perché portati all’esasperazione.

Il fatto è che i capricci hanno un significato diverso per i bambini e per gli adulti. Maria Montessori sostiene che i capricci del bambino rappresentano sempre una loro situazione di disagio che l’adulto non riesce a comprendere. La differenza sostanziale secondo la grande pedagogista è che il bambino in realtà non vuole mettere alla prova l’adulto, vuole mettere alla prova se stesso.

Quelli che all’adulto sembrano comportamenti sbagliati da correggere, sono in realtà per i bambini un segnale di difficoltà o di disagio in cui si trovano, quella che appare un’avventatezza bizzarra e immotivata agli adulti è per un bambino un tentativo di superare un ostacolo. Ciò che per un adulto è un comportamento inspiegabile o deviato dalla normalità per il bambino è un progetto finalizzato ad affrontare un problema.

Perciò la prima cosa che un adulto dovrebbe fare è fermarsi e cercare di capire, sforzandosi di separare nettamente le emozioni che prova da quelle che in quel momento sta vivendo il bambino.

Ci sono capricci che si risolvono da soli nel tempo ed è sufficiente avere pazienza e saper attendere, riconoscendo che si tratta di momenti passeggeri del bambino. Altri invece sembrano radicarsi nel tempo ed essere senza rimedio.

Maria Montessori ci insegna che alcuni capricci si risolvono facilmente modificando le condizioni del contesto che li hanno generati. Ciò che è importante è intervenire su ciò che produce disagio nel bambino e non sul bambino. Può reagire in quel modo perché c’è troppo caldo, troppo freddo, perché non sono rispettati i suoi ritmi e i suoi tempi, perché è annoiato o stanco, perché non abbiamo capito che cosa voleva o che cosa voleva fare. In questo caso occorre guardare la situazione dal punto di vista del bambino e non dell’adulto per comprenderne la causa.

I capricci dei bambini hanno a che fare con quelli che la Montessori chiama “periodi sensitivi” e consistono, come scrive nel suo famoso libro “Il segreto dell’infanzia”, in conflitti interiori del bambino che sono “… l’espressione esterna di bisogni insoddisfatti, allarme di una condizione errata, di un pericolo: e spariscono immediatamente, se v’è stata la possibilità di comprenderli e di soddisfarli

Ciò che conta è perciò cercare la causa vera che scatena tali comportamenti, che noi definiamo capricciosi proprio perché la causa ci sfugge, mentre dovrebbe divenire per noi una guida per comprendere l’anima infantile.

A cura della Direzione Pedagogica di Orsa

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Per saperne di più: Borghi B.Q. (2019). Montessori dalla A alla Z. Lessico della pedagogia di Maria Montessori. Trento: Erickson.