Remida

Alcuni nidi e scuole di Orsa stanno attualmente svolgendo una formazione sul paradigma educativo reggiano, con lo scopo di integrare sempre di più e meglio le diverse eccellenze pedagogiche italiane nel lavoro quotidiano con i bambini. All’interno di questa formazione alcune giornate sono dedicate alla presentazione del lavoro di Remida. Ma che cos’è esattamente Remida? Alle orecchie suona proprio come il nome del celebre re dell’antichità che in ricompensa della sua ospitalità aveva ricevuto il dono divino di trasformare in oro tutto ciò che toccava. Allo stesso modo anche Remida è un centro di riciclaggio che trasforma gli scarti di produzione, puliti e non pericolosi, in oggetti utili, belli e interessanti, che vengono messi a disposizione delle educatrici e delle maestre perché possano diventare una risorsa per l’ambiente e le attività dei servizi educativi. Remida però è un nome che non ricorda soltanto il re frigio, ma anche il luogo dove è nato, ovvero Reggio Emilia (la cui sigla è RE), all’interno di Reggiochildren. Proprio Reggiochildren lo definisce così: “Remida è un progetto culturale che rappresenta anche un modo nuovo, ottimistico e propositivo di vivere l’ecologia e di “costruire il cambiamento” valorizzando i materiali di scarto, i prodotti non perfetti e gli oggetti senza valore, per accedere all’idea di nuove possibilità di comunicazione e creatività in una nuova logica di rispetto dell’oggetto, dell’ambiente, dell’uomo”. Dunque Remida è un progetto trasformativo e di responsabilità sociale che vuole, da un lato, raccogliere dai produttori quegli scarti che finirebbero nel ciclo della spazzatura, dall’altro mettere i nidi e le scuole in grado di fruire quegli scarti e ripensare i materiali, la loro funzione nell’educazione e la loro potenzialità estetica e di stimolo cognitivo. Il messaggio ecologico e educativo è: i materiali di scarto non sono da scartare! Anzi, devono essere presi in seria considerazione da chi deve allestire gli spazi educativi perché sono ancora carichi di scintille di bellezza e intelligenza. Sono ancora vivi e vitali, come nel caso dei supporti per rocchetti di filo, che una volta utilizzati dall’industria laniera, e conferiti al centro Remida, possono essere utilizzati dalle educatrici per allestire l’angolo delle costruzioni o del fino motorio, poiché sono ancora fantastici tronchi di cono da infilare uno sull’altro, far rotolare in cerchio, costruire una città fatta di torri, infilarci dentro dei cordini, ecc…

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Così capita che scarti di ceramica, carta, cartone, stoffa, cordame, plastica, cuoio, gomma, legno e metallo se opportunamente presentati ai bambini diventino possibilità di apprendimento e motivi d’ingaggio della fantasia.

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Chiaramente i materiali raccolti in un centro Remida possono essere utilizzati come si reputa più giusto e necessario, tuttavia segnaliamo una proposta che potrebbe essere utilmente adottata per favorire gli apprendimenti e la piena soddisfazione dei bambini nei nidi e nelle scuole. Innanzitutto una raccomandazione, poiché i materiali riciclati sono variegatissimi per tipologie e natura, si deve provvedere a selezionare solo quelli abbastanza grandi e non pericolosi per l’età di riferimento (escludendo tutto ciò che costituirebbe un rischio per i bambini). Una volta scelti i materiali più adatti si può procedere avendo tre obiettivi operativi in mente: 1) l’ambiente e il bello, 2) le attività esplorativo-euristiche, 3) la costruttività. Partiamo dall’ambiente e il bello. Molto spesso ci troviamo difronte a un dilemma che non trova soluzione, come rendere bello, piacevole, accogliente e amichevole l’ambiente? Molte soluzioni convenzionali rischiano di essere troppo costose e anche statiche, ad esempio inserire quadri, lampade, piante, soprammobili, può essere di difficile attuazione, e anche se lo facciamo, l’investimento poi richiede di essere ammortizzato nel tempo e così l’ambiente diventa statico, sempre uguale a se stesso. E qui invece possono entrare in gioco i materiali di Remida, le stoffe possono essere appese al soffitto a creare intrecci colorati, o utilizzate per costruire un quadro con tessuti di trama e ordito a risalto, oppure, fatte a striscioline, comporre mosaici. Ancora, i fogli di carta o d’alluminio possono essere usati per fare degli aeroplani da appendere, dando vita ad una processione volante e fantastica come fa l’artista Astrid Bin. Si possono realizzare composizioni di qualsiasi tipo, lampadari colorati fatti di plastiche dure, tappeti e arazzi, sculture, mobiles artistici, esposizioni. La fantasia è, in questo caso, l’unico limite, ma non può essere in nessun modo una scusante visto che su internet si trovano ispirazioni incredibili!

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La seconda ipotesi di utilizzo dei materiali è incentrata sull’esplorazione euristica. I bambini del nido, a partire dai primi mesi di vita, vogliono esplorare il mondo, toccare gli oggetti, scoprire come sono fatte le cose, che succede se cadono, se si avvicinano alla bocca, se si spingono, se si intrecciano. Per esercitare questa attività esplorativa il bambino ha bisogno di oggetti interessanti, che siano differenti tra di loro, vari, in abbondanza e disponibili, e si fa sempre fatica a mantenere l’offerta di materiali ampia e accattivante. La soluzione può essere rappresentata dagli oggetti che si possono trovare in un centro di Remida, oggetti che risultano belli, puliti, colorati, di diverse tessiture e polimaterici. Si possono così attrezzare angoli, scaffali, momenti, per l’esplorazione euristica raccogliendo ciò che ci sembra più idoneo per favorire l’apprendimento e la scoperta nei bambini. Una proposta interessante per il nido è un tavolo o un grande contenitore che contiene sabbia e oggetti che cercano di affondarci dentro, o il celebre atelier con la luce di Reggiochildren (scarica qui il pdf). Oppure, e con le dovute attenzioni filologiche, si possono utilizzare gli oggetti nel cestino dei tesori o nel gioco euristico per arricchire quel tipo di proposta.

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Infine si può pensare, per i bimbi più grandi del nido e per quello della scuola dell’infanzia a una scelta specifica di materiali dedicati alla costruttività, termine tipico della riflessione reggiana. Per la costruttività si possono preparare scaffali in cui raccogliere, in contenitori ordinati e ben presentati, materiali riuniti per tipo in quantità abbondante. Accanto agli scaffali si proporranno poi dei vassoi e dei cestini. I bambini potranno prendere un cestino da riempire con gli oggetti che vorranno, per poi dedicarsi alla composizione degli stessi su di un vassoio. O ancora si potrà immaginare uno spazio per la costruttività di tipo grande, con oggetti voluminosi da comporre, spostare, mettere in fila o uno sull’altro. A tutto vantaggio del clima educativo, delle relazioni e degli apprendimenti.

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